Nonostante la presunzione di colpa che grava sul conducente in caso di investimento, la condotta imprevedibile del pedone può determinarne la responsabilità, anche esclusiva. Difatti, in relazione alla disposizione dell’art. 2054 c.c. – il cui comma 1 stabilisce che il conducente di un veicolo è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno – va confermato che la condotta colposa del pedone vale a superare la presunzione di responsabilità di cui all’art. 2054 c. 1 c.c. nel caso in cui presenti i caratteri della imprevedibilità e inevitabilità, di cui il conducente deve fornire prova liberatoria, dimostrando di non avere avuto possibilità di prevenire l’evento, ed allegando l’imprudenza del pedone. Tale situazione ricorre quando il pedone abbia tenuto una condotta imprevedibile ed anomala, tale per cui l’automobilista si sia trovato nell’oggettiva impossibilità di avvistarlo e, comunque, di osservarne tempestivamente i movimenti (nella specie la condotta del pedone, che decise di intraprendere l’attraversamento al di fuori delle strisce pedonali, immettendosi sulla carreggiata per l’attraversamento proprio davanti ad un autocarro che, per altezza e dimensioni, di fatto rendeva impossibile a chi transitava in auto sulla strada di avvistare un pedone che avesse iniziato l’attraversamento in quel punto, è risultata non solo impossibile da prevedersi per l’automobilista, ma anche impossibile da seguire ed avvistare, e ciò esclude che vi sia stata da parte di questi una concreta violazione del generale dovere di attenzione).
NDR: in argomento Cass. 17985/2020, 5627/20, 8663/2017 e 25027/2019.
Corte di appello di Milano, sentenza del 29.7.2022, n. 2663
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