Il danno deve essere liquidato sottraendo dall’ammontare del danno risarcibile l’importo dell’indennità che il danneggiato-assicurato abbia riscosso in conseguenza di quel fatto, in quanto detta indennità è erogata in funzione di risarcimento del pregiudizio subito dall’assicurato in conseguenza del verificarsi dell’evento dannoso ed essa soddisfa, neutralizzandola in tutto o in parte, la medesima perdita al cui integrale ristoro mira la disciplina della responsabilità risarcitoria del terzo autore del fatto illecito. La funzione risarcitoria della responsabilità civile, infatti, consiste nella reintegrazione dello stato antecedente il verificarsi del danno: in tale ottica, il risarcimento del danno non potrà implicare un arricchimento per lo stesso danneggiato. Difatti, il risarcimento deve coprire tutto il danno cagionato, ma non può oltrepassarlo, non potendo costituire fonte di arricchimento del danneggiato (nella specie, alla luce del principio appena espresso, nonché dell’atto di transazione rilasciato all’assicurazione, in cui viene indicato che le somme ricevute comprensive del danno patrimoniale sono state accettate a saldo e stralcio di quanto dovuto dall’assicurazione medesima in conseguenza del sinistro, la domanda di parte attrice tesa ad ottenere la condanna dei convenuti al risarcimento dei medesimi esborsi sostenuti per le spese mediche deve essere respinta, essendo stato dimostrato in corso di causa il versamento di euro 13.400,00, da ritenersi del tutto riparativo dei danni da spese mediche fatte valere nel presente giudizio).
NDR: in tal senso Cass. SU n. 12565 del 22/05/2018.
Tribunale di Milano, sentenza del 11.3.2022, n. 2164
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