La spesa sostenuta per assistenza legale stragiudiziale non è configurabile come danno emergente e non può, pertanto, essere riversata sul danneggiante o sulla sua compagnia di assicurazione quando sia stata superflua ai fini di una più pronta definizione del contenzioso, non avendo avuto in concreto utilità per evitare il giudizio o per assicurare una tutela più rapida risolvendo problemi tecnici di qualche complessità; inoltre, si rileva che le spese sostenute per l’assistenza stragiudiziale hanno natura di danno emergente, consistente nel costo sostenuto per l’attività svolta da un legale nella fase pre-contenziosa, con la conseguenza che il loro rimborso è soggetto ai normali oneri di domanda, allegazione e prova e che, anche se la liquidazione deve avvenire necessariamente secondo le tariffe forensi, esse hanno natura intrinsecamente differente rispetto alle spese processuali vere e proprie (nel caso oggetto del presente giudizio non vi è alcuna evidenza che l’attività stragiudiziale prestata dal difensore abbia evitato il giudizio, che infatti si è svolto, né che ne abbia agevolato la definizione, né tantomeno che abbia risolto questioni giuridiche di particolare complessità. Non si vede infatti quali particolari problemi giuridici abbia sollevato l’incidente stradale, sulla cui responsabilità era già intervenuta la sentenza del Giudice di Pace passata in giudicato, che ha dunque consentito di limitare il presente giudizio esclusivamente alla determinazione del quantum dei danni subiti).
NDR: in tal senso Cass. 9548/2017, richiamata da Cass. S.U. 16990/2017, e Cass. 24481/2020.
Corte di appello di Milano, sentenza del 19.1.2023, n. 164
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