Assistenza stragiudiziale: quando è dovuto il rimborso delle spese?

Il rimborso delle spese di assistenza stragiudiziale ha natura di danno emergente, consistente nel costo sostenuto per l’attività svolta da un legale in detta fase precontenziosa, con la conseguenza che non è dovuto il risarcimento per le spese che la vittima avrebbe potuto evitare con l’ordinaria diligenza (art. 1227, c.1 c.c.), non è dovuto il risarcimento per le spese che, pur necessarie, sono state sostenute in misura esagerata (art. 1227, c.2 c.c.), non è dovuto il risarcimento per le spese non legate da un nesso di causa rispetto al fatto illecito (art. 1223 c.c.). Al riguardo, stabilire se la vittima abbia speso o no somme eccessive è giudizio che va compiuto in base alle norme di legge che fissano la misura dei compensi dovuti agli avvocati per l’attività stragiudiziale. Non può inoltre tralasciarsi il criterio della utilità/non superfluità dell’attività stragiudiziale svolta, criterio da valutarsi ex ante, cioè in vista di quello che poteva ragionevolmente presumersi essere l’esito futuro del giudizio, con la conseguenza che la corrispondente spesa sostenuta non è configurabile come danno emergente e non può, pertanto, essere riversata sul danneggiante quando sia, ad esempio, superflua ai fini di una più pronta definizione del contenzioso, non avendo avuto in concreto utilità per evitare il giudizio o per assicurare una tutela più rapida risolvendo problemi tecnici di qualche complessità.

NDR: in argomento si veda Cass., SU 10 luglio 2017, n. 16990; si veda altresì Cass. 24481/2020, 2644/2018 e 4306/2019.

Tribunale di Roma, sentenza del 9.7.2021, n. 11914

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