La notifica del verbale di accertamento, quale atto presupposto dell’opposta cartella di pagamento, non può ritenersi valida ed efficace se eseguita presso il vecchio luogo di residenza risultante dal P.R.A. e non più corrispondente a quello dove effettivamente lo stesso contravventore risiedesse alla data della notifica (peraltro nella specie perfezionatasi nelle forme della compiuta giacenza di cui all’art. 140 c.p.c.). Non si ritiene infatti sussistere alcun dovere del privato interessato di comunicare il cambio della propria residenza al P.R.A., ma al contrario deve affermarsi l’obbligo dell’Amministrazione di aggiornare i propri archivi. Si condivide infatti quell’orientamento secondo cui “In tema di violazioni del codice della strada, la disposizione contenuta nell’art. 247 del Regolamento di esecuzione approvato con D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, nel prevedere che le comunicazioni al P.R.A. del cambio di residenza, già dichiarato dal proprietario all’anagrafe comunale, debbano essere eseguite a cura della P.A., comporta – anche in ragione del fatto che non esiste più una norma simile a quella di cui all’art. 59 del D.P.R. 15 giugno 1959, n. 393 (Codice della strada abrogato), che imponeva all’interessato la comunicazione del cambio di residenza – che la notifica effettuata, in forza dell’art. 201, comma 3, ultimo periodo, del d.lgs. 30 aprile 1992, n. 985, al precedente indirizzo del contravventore risultante dagli archivi, ove questi non siano aggiornati, non possa ritenersi validamente eseguita, atteso che il ritardo dell’Amministrazione nell’aggiornare i propri archivi non può produrre effetti negativi nella sfera giuridica del cittadino non inadempiente”.
NDR: per tale orientamento si veda Cass. 16185/2009.
Tribunale di Lecce, sentenza del 31.5.2021, n. 1639
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